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Ci possono essere casi in cui, nel tentativo di ripristinare le qualità termiche delle pareti esterne, non si può “vestire” con un caldo cappotto l’edificio: pensiamo per esempio a una facciata storica, arricchita da fregi e cornicioni.
Niente panico, puoi sempre scegliere per due valide e meno impegnative alternative: l’insufflaggio nelle intercapedini dei muri perimetrali e il termointonaco.
Cappotto Termico
La scarsa attenzione all’isolamento termico delle nostre facciate, ha portato fino a oggi al consumo (o meglio allo spreco) di energia giornaliera pro capite pari a circa 10,5 litri di petrolio e all’emissione in atmosfera di quasi 37 milioni di tonnellate di ossido di carbonio. Un vero dramma… rimediabile provvedendo proprio a migliorare le scarse prestazioni termiche dei muri esterni, isolando correttamente soprattutto quelli esposti a Nord, a temperature rigide o a venti forti e costanti. E per farlo non c’è niente di meglio che ricorrere alla tecnica del “cappotto”, un sistema grazie al quale tutti i muri perimetrali esterni vengono rivestiti da uno spesso strato di materiale coibente, protetto a sua volta da una rete di armatura e da un intonaco rinforzato. La protezione sarà così integrale e continua, contro il freddo e il caldo.
Prima di intervenire a isolare le pareti, è sempre consigliabile effettuare un “rilevamento termografico”, una sorta di visita ai raggi X alle pareti che permette di registrare le “radiazioni termiche” della struttura, invisibili all’occhio umano.
Quello che il tecnico farà è quindi scattare delle immagini alla facciata con una termocamera a infrarossi (come quella in foto a lato di Sitel) ottenendo i cosiddetti termogrammi (come quelli nelle due foto sopra) dai quali potrà individuare i tanto temuti “ponti termici”, cioè quegli elementi più disperdenti, come i pilastri ad angolo o i porticati, in cui si verificano le maggiori perdite di calore e di energia. Elementi che, dal termogramma, risulteranno come zone dove i colori che predominano sono quelli più caldi del giallo-arancio. A questo punto è tutto chiaro: individuate le zone critiche, si potrà provvedere a realizzare un rivestimento a cappotto che renda omogenea la resistenza termica di tutte le parti strutturali della casa.
Se c’è un intervento di ristrutturazione inutile, è quello di affrontare l’isolamento a cappotto con un qualunque isolante che “rammendi le pezze”, magari nella speranza di risparmiare sulla spesa finale. Quello che invece bisogna fare è affidarsi a dei sistemi integrati (garantiti e certificati secondo le norme europee) dove più componenti lavorano in sinergia per garantire sì uno strato isolante che protegga la facciata, ma anche per adattarsi con diversi componenti ai singoli edifici, che non sono mai tutti uguali. Solo così potranno essere garantiti i benefici “accessori” che solo un cappotto realizzato a regola d’arte può apportare: un reale miglioramento del comfort abitativo, un risparmio dei costi energetici per riscaldare e raffrescare la casa e un accrescimento del valore economico della casa.
Non esiste un cappotto per tutti ed è per questo che per individuare il “pacchetto isolante” adatto si deve valutare anche il rapporto che sussiste tra la forma della casa e la grandezza dell’edificio: una villetta infatti, conserva meno a lungo l’energia accumulata rispetto a un condominio e, raffreddandosi più velocemente, richiederà un cappotto più spesso e corposo.
L’Insufflaggio
Buona soluzione per offrire un totale comfort termico e acustico -isolando le pareti dall’esterno ma mantenendo intatte le condizioni originali della facciata, Consiste nell’inserire (tecnicamente “insufflare”) un prodotto isolante sfuso all’interno dei muri mediante macchinari ad aria compressa. La tecnica, che permette un perfetto isolamento delle cavità con soluzione di continuità, ha efficacia diversa a seconda del materiale isolante utilizzato, che deve essere ecologico, resistente a fuoco e muffe e garantire una stabilità dimensionale nel tempo, mantenendo il proprio volume invariato per garantire performance e benefici costanti. Tutte caratteristiche presenti nella fibra di cellulosa.
Il Termointonaco
Alternativa allettante, unisce un sistema di applicazione del tutto tradizionale a buoni livelli di coibentazione, dovuti alla presenza di leganti idraulici (calce) e di particelle di materiali dalle alte proprietà isolanti (pietra pomice, sughero, polvere “diatomeica” derivante dalle alghe marine). Applicato a mano o a spruzzo in spessori diversi e proporzionali ai livelli di isolamento che si vogliono raggiungere, dev’essere fatto indurire per poi applicarvi una rasatura utilizzando una rete in pvc. A questo punto non resta altro che scegliere il nuovo colore che abbellisca la facciata e godervi il risultato.